“Ci risiamo, il commissariato trevi campo marzio sta di nuovo sequestrando il Rialto”. Questo l’annuncio della pagina Facebook di Rialto, verso le 16:30 di oggi. I gestori dello spazio culturale del Ghetto stavano raccontando quello che vedevano, quando proprio alle quattro e mezzo sono entrati i poliziotti a sequestrare lo stabile.
“Come un copione già scritto, a un anno esatto da quel 19 febbraio 2014 in cui ci riconsegnarono il bene, dopo 5 anni di processi che accertarono la legalità totale dell’Associazione Culturale Rialto Roma e Circolo Arci Roma al Sant’Ambrogio, oggi siamo di nuovo sotto sequestro preventivo. Ricominciamo” questo il secondo post, più ufficiale, un’ora dopo.
La polizia è entrata di nuovo nel palazzo di via di Sant’Ambrogio, come l’anno scorso, e hanno rimesso i sigilli al piano terra, al giardino, al teatro e agli uffici della segreteria dell’associazione Rialtoccupato. Tutti gli spazi degli altri comitati sono invece ancora liberi. E mezza Roma si è rivoltata, dopo l’ultimo atto di una storia infinita di occupazioni e sgomberi. Questa volta si parla di sequestro preventivo per “problemi di sicurezza”, anche se sa tanto di sicurezza “politica”.
E’ infinita l’agonia dello stabile del Sant’Ambriogio della Massima che dal 2000, tramite un’ordinanza dell’allora sindaco Rutelli, ospita molte associazioni. Gli organizzatori hanno raccontato a la Repubblica: “Prima un sequestro preventivo durato cinque anni, tre processi penali, assoluzioni, il dissequestro ordinato dal Tribunale nel 2014. A quel punto ci saremmo dovuti trasferire presso l’ex autoparco dei Vigili urbani di viale delle Mura Portuensi, ma non è mai accaduto. In questi anni, in un palazzo trasformato in parte in locale e in parte in uffici, sono passati performer, compagnie teatrali, dj set, scrittori, comitati e attivisti per la promozione dei referendum sull’acqua pubblica”.
Adesso il colpo durissimo, e pensare che pochi giorni fa le associazioni di Rialto avevano mandato una lettera al Campidoglio, per chiedere al sindaco Marino di salvare il centro culturale indipendente. Non solo Rialtoccupato, ma anche Arci Roma, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Forum Ambientalista, Attac Italia, e molti altri. Scadeva in questi giorni infatti l’ultimatum concesso per lasciare la storica struttura. Il 28 gennaio infatti in via di Sant’Ambrogio era arrivata una lettera del Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale per il “recupero coatto dell’immobile”, concedendo 30 giorni.
I gestori delle associazioni chiedevano di parlare con il sindaco Marino e l’assessore al Patrimonio Cattoi. Non si può “cancellare – dicevano – un luogo pubblico, non statale, centro di sperimentazione culturale e sociale e per tanto svincolato dal mero fattore economico”. Uno dei tanti luoghi storici di Roma che in questi anni sono stati colpiti da ordinanze molto politiche, dal Teatro Valle al Cinema America, dall’Angelo Mai al Volturno. Adesso anche Rialto, quale sarà il prossimo?