Oltre 330 opere, 150 strade e tredici municipi coinvolti. Sono i numeri della mappa della street art romana per raccontare l’arte urbana capitolina a turisti e romani, rendendo di facile fruizione il nuovo museo a cielo aperto nato spontaneamente negli anni tra le strade e i vicoli della città, con il lavoro di 120 artisti da tutto il mondo, di cui oltre la metà italiani e 25 romani. Dalle 18 facciate di Tor Marancia alle opere di Hitnes a San Basilio, passando per lo storyboard onirico di Alice Pasquini in via dei Sabelli, nel quartiere di San Lorenzo, fin fuori dal raccordo, con il murales realizzato da Diavù alla Collina della Pace di Finocchio. Il progetto della mappa, fortemente voluto dall’assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli, unisce centro e periferie, con l’obiettivo di invadere di turisti anche le aree più lontane dal Municipio 1.
Nei prossimi mesi 50mila mappe della street art verranno distribuite in tutti i punti turistici della città, ma per il Giubileo il vicesindaco Luigi Nieri ha in mente “percorsi ad hoc per far conoscere a turisti e romani l’arte dell’intera città, dentro e fuori dai musei, con bus turistici a due piani che vedremo anche a Tor Bella Monaca o a Ostia”. Nel mentre Artribune, insieme a Campidoglio e municipi, ha realizzato l’app “Street art Roma”, per smartphone Apple e Android, che permette di muoversi in città geolocalizzando le opere, arricchite da schede informative e dettagli.
“Mettendo a sistema il fiorire di urban art regaliamo a Roma un nuovo museo pubblico, volitivo e diffuso, in continua trasformazione”, commenta l’assessore Marinelli, che dopo il bando invernale “Roma Creativa”, con cui ha finanziato oltre 40 opere, per il 2015 pensa già a bandi con cui colorare la città con nuovi murales, “anche attraverso il dialogo indispensabile con gli sponsor privati”, precisa. “Ora Roma può confrontarsi con città come Londra, Parigi e San Paolo, che da anni hanno la loro mappa della street art“, commenta l’assessore alla Cultura, che ha anche in programma di “trasformare il museo Macro nella Casa delle street art, come un centro di documentazione sull’arte urbana in sinergia con quel che avviene nelle strade”. In un futuro non molto lontano, quindi, mentre uno street artist, magari internazionale, dipinge decine di metri di muro in periferia, gli spazi espositivi di via Nizza potrebbero ospitare una sua mostra indoor, facendo ancora una volta dialogare istituzioni culturali con il mondo spontaneo dell’arte urbana.
“Cambia prospettiva, la strada è il tuo nuovo museo” è lo slogan della campagna rivolta anche ai romani, che sul sito web turismoroma. it già sono attivi nel segnalare all’amministrazione le opere del proprio quartiere ancora non censite, creando un grande archivio digitale (nella sezione “scopri Roma”) per muoversi tra i quartieri della street art, da Ostiense a Torpignattara, da San Lorenzo al Trullo, fino alle stazioni della metropolitana, tra cui Spagna e Monti Tiburtini. E anche il colosso informatico statunitense Google si è accorto del fiorire di street art della capitale. Così ha contattato i romani di NUFactory per accogliere nella piattaforma del Google Cultural Istitute i muri dipinti della città, digitalizzandoli e archiviandoli, per farli resistere al degrado conservandoli nella memoria della rete. ” Abbiamo già immesso oltre 100 opere ad altissima risoluzione – spiega il curatore Francesco Dobrovich – ma entro settembre puntiamo a superare le 300, posizionando Roma subito dietro Londra e Parigi, sul podio delle capitali della street art”.
Fonte: repubblica.it