Di Amsicora Capra – Un posto incantato al centro di Roma, una piccola valle attraversata dalla Laurentina antica, tra ettari di ulivi ed eucalipti. E’ qui che sorge l’Abbazia delle Tre Fontane, un complesso affidato ai monaci trappisti nel 1868 ma che in realtà affonda le sue origini nel VII secolo. E’ qui che viene prodotta la prima birra trappista italiana, la “Triple Tre Fontane”, la prima birra in Italia a ricevere il marchio Atp, quello cioè che indica un “authentic trappist product”.
Fino a poco tempo fa erano solo dieci i birrifici in tutto il mondo a potersi vantare di imbottigliare le trappiste: sei in Belgio, due nei Paesi Bassi, uno negli Stati Uniti e uno in Austria. La new entry arriva a sorpresa da Roma, una città in cui la cultura della birra è in pieno fermento. La Triple Tre Fontane è una birra chiara, in stile belga, ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia con grado alcolico dell’8,5% vol. La birra capitolina va così ad aggiungersi a quelle firmate Aachel, Chimay, La Trappe, Orval, Rochefort, Spencer, Stift-Engelszell, Westmalle, Westvleteren e Zundert.
L’Abbazia ha una lunga tradizione per il liquorificio dove i romani usano acquistare la rinomata cioccolata e l’eucaliptino, digestivo di fine pasto. Ma in una vecchia cantina quattro anni fa, racconta all’Ansa il responsabile laico del birrificio, Sergio Daniele, ‘‘abbiamo trovato una ricetta dei monaci francesi che giunsero qui da Trappes, in Francia, per bonificare l’area dalla malaria”. Lo scorso anno l’Abbazia delle Tre Fontane, ha inaugurato con la benedizione dell’Abate, Dom Jaques Marie Brière, il proprio birrificio annunciando il lancio della prima birra Trappista Italiana. Il birrificio si affianca agli altri 10 birrifici trappisti oggi esistenti al mondo: ed è il primo ad essere riconosciuto in Italia.
La produzione, precisa Daniele, ”è volutamente ridotta, soli 1000 ettolitri l’anno, piccolissima rispetto ai 180mila ettolitri prodotti dal più grande birrificio trappista che è Chimay, ma sufficiente al sostentamento della comunità, per opere di carità e per preservare il patrimonio storico culturale del complesso abbaziale” così come prescrive il marchio Atp. Perché una birra si possa qualificare come “trappista”, deve soddisfare una serie di rigide condizioni quali prodotta all’interno delle mura di un’abbazia trappista, da parte di monaci trappisti o sotto il loro controllo; dimostrare una cultura imprenditoriale aderente al progetto monastico; senza scopo di lucro. L’Abbazia delle Tre Fontane ce l’ha fatta, portando un motivo di orgoglio a un’intera città bevitrice di birra artigianale.