Di Cesare Proietti – Quando il feudo più nobile di Roma si muove alla volta del mare lo fa sempre con stile. Appuntamento a piazza Giochi alle 11 e mezzo, anche se arrivano puntualmente tutti a mezzogiorno, tanto “sull’Aurelia recuperiamo”.
Arrivati tutti e, fatte le classiche battute a chi ha la macchina più fica tipo “Dove l’hai rimediato sto scaldapizzette?” riferito alla macchina più scarsa del gruppo (una “poverissima” Golf), si parte. La media è di una macchina ogni due persone: Ema, Lavi, Lollo e Flami vanno con l’A3 di Lollo. Totta e Giulio vanno in Smart cabrio per conto loro, Pippo arriva in ritardo con la Serie 1 bianca fiammante. In pratica spendono più di benzina per arrivare al mare di un volo Ryanair per Londra.
Carichi di fame e opulenza si apprestano a fare l’Aurelia a 140, rallentando tempestivamente sotto i tre autovelox che incontrano da Roma Nord e che conoscono a memoria. Hanno tutti un solo obiettivo per questa giornata di mare: selfie e abbronzatura. E per questo obiettivo hanno tutti la loro uniforme.
Uniforme uomo: scontato mocassino Timberland, insostituibile costumino corto monocolore Ralph Lauren e camicia di lino regalata da mamma “per l’estate”. Ovviamente occhiali Persol polarizzati.
Uniforme donna: sandali in pelle fatti a mano pagati quanto lo stipendio medio di un metallurgico della Fiat, short jeans per mettere in risalto tutte le migliaia di squat fatti da gennaio per la prova costume, canottierina mezza hipster e occhiali vintage comprati a Monti.
Nel frattempo sono arrivati a destinazione, dopo aver allungato 5 euro al parcheggiatore si siedono al tavolo del ristorante di turno scelto da Ema perché un suo amico gli ha detto che “si mangia bene e non si spende troppo”. Peccato che il suo amico è il figlio dell’amministratore delegato dell’Eni. Antipasto di fritti di mare, linguine allo scoglio, vino bianco e caffè, 55 euro, a Montecarlo avrebbero speso di meno. E in più lasciano almeno 10 euro di mancia, perché anche se si pagano 4 euro a testa di servizio, a Roma Nord fa brutto non lasciare le mance.
Dopo essere stati spennati per bene al ristorante decidono di farsi una passeggiata per digerire e far fare due passi a Dafne, il bassotto kaninchen chocolate di Lavi (per scriverlo ho dovuto cercare su Google). Tutti a passeggiare sul lungomare divisi in due gruppi, davanti gli uomini che hanno un’accesa discussione sui convocati all’Europeo, li seguono le donne e Dafne che, mentre scattano mille prove di selfie con l’iPhone 6s, sono intente in un dibattito intellettuale su chi screzia di più la finta amica che ha appena lanciato una linea di costumi “orripilanti”.
Dopo sei minuti di passeggiata guardano il Rolex, sono le 5 ed è ora di beccarsi tutto il traffico dell’Aurelia e metterci due ora prima di tornare a Piazza Giochi. Qualcuno propone di “allungare” ma Lavi rompe il cazzo perché il giorno dopo ha l’estetista prenotata al Fleming alle 9.
Lavi sta per avere la meglio quando il gruppetto vede in lontananza un botto di persone che si agitano sulla spiaggia di fronte alla Vela di Fregene. Si avvicinano e iniziano a sentire la musica, a quel punto l’estetista di Lavi è sempre più lontano. Ema, Lollo, Pippo e Giulio chiedono cosa sia, una pischella tatuata gli risponde “Ma come che è? E’ il Dias Locos!”, alla parola “Locos” stanno già al bancone a prendere mojito per tutti e, nonostante la resistenza iniziale, in pochi secondi anche le donne si convincono. Basta un mojito e il musicone e stanno già ballando, mentre Dafne è già diventata la mascotte della festa. Ciao Lavi, ciao estetista.
Oltre alla location, la musica e i cocktail, la cosa che li fa fermare è che trovano tutti amici, tutte persone di zona che stanno lì a dimenarsi ascoltando il musicone che pompa nelle casse. Dopo cinque ore di balli e abbracci escono spompati e a mezzanotte vanno a prendersi le zoccolette che volevano il pomeriggio, per riprendersi dall’alcol prima dell’Aurelia e consacrare la seratona beccata all’improvviso. Con 8 cocktail a testa sul groppone si siedono distrutti in silenzio a mangiare le zoccolette, si guardano stanchi e compiaciuti, con le orecchie che gli fischiano e la testa che gli scoppia, a un certo punto il silenzio viene interrotto da un urlo: “Birraaaa!”, è Lollo con in mano due Heineken 66 ghiacciate, l’estate sta arrivando.