Di Bruno Cortona – Cominciare il weekend spegnendo lo smartphone e riaccenderlo lunedi’ mattina. Un sogno per alcuni, un incubo per altri. E’ l’idea che è venuta in mente a un gruppo di ragazzi romani: un fine settimana in un agriturismo fuori Roma in cui si lascia lo smartphone all’ingresso e per due giorni si è completamente staccati dal mondo, da ogni connessione, da ogni wifi, 3G o 4G.
Abituati a essere connessi h24, a non aspettare altro che il nuovo iPhone 7, già dopo 2 ore senza smartphone la gente si sente spaesata, sola al mondo, abbandonata. Qui l’obiettivo è farcela, disintossicarsi, proprio come la droga, perché ormai internet è peggio della droga. L’iniziativa si chiama Digital Free, libero dal digitale, ed è studiata proprio per riappropriarsi della realtà, di ciò che ci appartiene, per dirla alla Gomorra “mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che e’ ‘o nuost'”.
In poche parole il weekend e’ organizzato cosi’. Si può decidere di andare solo dalla mattina alla sera (10-20) o andare sabato e passare una notte nell’agriturismo. Nelle ore senza smartphone vengono organizzate le più svariate attività: un laboratorio in cui un team di psicologi ti insegna a usare internet con moderazione, una passeggiata nei terreni del borgo con una lezione su come si coltiva un orto, un corso di cucina con lo chef dell’agriturismo. Dopo aver mangiato quello che si è cucinato con lo chef si inizia la parte dedicata al relax con un corso di tecniche di rilassamento quotidiano, un programma di disintossicazione digitale, una degustazione di vini e infine un tour nel market di prodotti artigianali. Il tutto all’interno del borgo che dispone di piscina, sdraio e un grande giardino.
Sarebbe bello documentare questo weekend condividendo mille cose sui social, e invece no, non è possibile. Una prova durissima per molti nonostante il programma paradisiaco, una di quelle prove di resistenza tipo Ciao Darwin, che ti senti un Marines già dopo 3 ore che stai senza connessione, ti iniziano a prendere le crisi di astinenza e inizi a fare foto con le foglie o a cercare il touch negli asciugamani.
Già ci immaginiamo le pischelle drogate di Instagram che vorrebbero fare la foto a tutto, dalla piscina al piatto che mangiano, ma niente #Instafood, niente #swimmingpool, niente #giardinoincantato. Staranno lì a chiedere in ginocchio di ridargli un secondo solo lo smartphone “ci metto un minuto, faccio una foto, la filtro al volo metto due hashtag e te lo rido’ ti prego!”, niente da fare. Oppure quelli chiusi con Snapchat che vogliono raccontare la loro esperienza con un video in tempo reale ma niente, per questa volta non potranno. O ancora quelli che aprono una volta al minuto Livescore per sapere i risultati, non ci sarà niente da fare neanche per loro (per fortuna la Lazio e la Roma quella giornata non giocano durante la disintossicazione).
Insomma gente che sentira’ freddo per l’astinenza dopo pochi minuti, gente disperata in lacrime e gente che scapperà di nascosto cercando negozi per ricomprarsi l’iPhone, la disintossicazione farà bene a tutti, se non altro a rendersi conto di quanto siamo “addicted”. I luminari della Silicon Valley prevedono che fra qualche anno la disintossicazione quotidiana dagli smartphone sarà alla stregua della palestra attuale, quasi una necessità. Roma per una volta sta avanti in qualcosa, noi per questo (e anche perche’ apriamo lo smartphone dalle 200 alle 300 volte al giorno) abbiamo deciso di partecipare, vi faremo sapere quanto dureremo. Se volete anche voi mettervi alla prova le iscrizioni sono ancora aperte.