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Roma

Turista ruba un sampietrino poi si pente e lo spedisce indietro

Cleptomani con la sindrome di Stendhal. Della serie: veni, vidi, spoliavi. Convinti che sottrarre un atomo di bellezza nel grande museo a cielo aperto della Capitale in fondo sia un peccato veniale: un po’ come chi stacca un rametto dalla barriera corallina, tanto rispetto all’immensità degli oceani…O come i trentenni brasiliani che, per il gusto della bravata, hanno scavalcato di notte le recinzioni del Colosseo: variante archeologica del videogame. Se non fosse che in altri Paesi, dove i controlli sono stringenti, è quasi impossibile non farsi beccare.

«Lo rimettete a posto, please?»

A Roma invece, bersaglio di continui saccheggi, c’è sempre chi riesce a farla franca: meno male che, ogni tanto, qualcuno si pente. Chissà cosa avrà spinto il turista inglese a rispedire indietro, un anno dopo, il sampietrino divelto. I proprietari dell’enoteca «Il Piccolo» in via del Governo Vecchio se lo sono visto recapitare in un plico bianco sigillato con lo scotch: rigorosamente anonimo. Sentite cosa scrive il misterioso autore nella lettera allegata: «Ho rubato questo sampietrino come souvenir l’anno scorso, mentre ero in vacanza a Roma. Sono molto dispiaciuto e vorrei restituirlo. L’ho preso sulla strada che, da piazza del Popolo, va verso il parco (la salita del Pincio, ndr). Vi dispiacerebbe riportarlo lì? Molte grazie x».

Lacrime di coccodrillo

Ma perché spedirlo proprio al Piccolo? «Probabile che abbia conservato il nostro biglietto da visita – immaginano dall’enoteca a due passi da piazza Navona – : non sapendo a chi altri mandarlo, si sarà ricordato di noi». E adesso cosa pensate di farne? «Ce lo teniamo». Non lo rimetterete al suo posto? «Non esiste, troppo facile lavarsi la coscienza in questo modo… Dopo un anno, poi…». Lacrime di coccodrillo? «L’inglese fa il danno e vorrebbe che fossimo noi a metterci la pezza… Un dritto, ma non si è accorto che il selcio è cinese».

Made in China

Quantomeno, ci ha provato. È raro che il turista-predatore, tormentato dal senso di colpa, cerchi di riparare alla malefatta. Molto più frequenti le spoliazioni: dai controlli all’aeroporto di Fiumicino spuntano decine di pezzi (tessere di mosaico, sampietrini, lastre dell’Appia Antica) nascosti nel bagaglio a mano. La maggior parte, scriveva già cinque anni fa il Daily Mail, rubati da turisti britannici e nordeuropei. Tra i monumenti più depredati, e vandalizzati, l’Anfiteatro Flavio che solo nel 2015 è stato colpito due volte in tre mesi: prima dal turista russo condannato a pagare 20 mila euro per aver inciso una K su un muro di laterizio, poi le ventenni californiane sorprese a scolpire le proprie iniziali. E però, per una volta che la refurtiva viene restituita, non sarà che il turista si è accorto del bluff? Il sampietrino, in effetti, era made in China.

Fonte: Corriere della Sera

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