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Roma

Parte il progetto per rilanciare il Tevere “come Central Park”

Dopo nove mesi di gestazione è nata, venerdì, Agenda Tevere (agendatevere.org), la prima associazione delle associazioni che si pone come obiettivo un progetto per Roma, come già spiega il nome la rigenerazione del Tevere, e non secondariamente un metodo di lavoro.

Si vuole cioè importare anche nella Capitale il modello che la non-profit Central Park Conservancy pensò per New York lanciando un parco diventato simbolo della metropoli e anche un nuovo approccio nei confronti delle istituzioni, spesso troppe frammentate e disorganiche per riuscire a disegnare una visione, un progetto d’insieme.

Non è un caso, quindi, che pur vivendo ormai stabilmente in America tra i motivatori di questa nuova «rete» di attivismo civico e professionalità ci sia l’inviato de Il Sole 24 Ore Claudio Gatti: «I romani che come me sentono il bisogno di partecipare alla vita civica e contribuire a migliorare la città soffrono moltissimo di quel fatalismo che io definisco da muro di gomma. Parlo del fatalismo che affligge chi vorrebbe fare, ma non ci riesce; chi ha tentato di fare, ma si è scontrato con istituzioni “resistenti”; e tutti coloro che sono riusciti a fare, ma non quanto i loro sforzi avrebbero meritato». Gatti è in buona compagnia. Tra gli altri hanno già aderito ad Agenda Tevere, volontariamente e gratuitamente, Luigi Zingales, Milena Gabanelli, Fabrizio Barca, e poi tante associazioni: Legambiente Lazio e Italia Nostra, Marevivo e Retake Roma, Tevereterno e Zappata romana e così via.

Sul piano pratico. In cantiere ci sono i primi sei progetti: un impianto di illuminazione autosufficiente che si affida alle energie rinnovabili nell’area verde auto-costruita dai cittadini di Labaro; alla Magliana fari orientabili verso il parco del Tevere; un attraversamento pedonale ai piedi del colle Aventino; nell’ex oasi Wwf a lungotevere delle Navi restauro dei pannelli informativi su flora e fauna; la pista di pattinaggio sotto Ponte della Musica; una ciclo-officina a Marconi. Sei «innesti» civici, autofinanziati dai promotori o tramite sponsor. Poi, è evidente, il «gruppo di pressione» deve insistere sul pubblico.

Da parte della Regione, che sul capitolo Tevere ha già stanziato fondi nella legge di bilancio, l’impegno di massima è di approdare alla costituzione di un ufficio che si occupi dei Contratti di Fiume. A livello comunale, il canale è aperto con l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari. L’obiettivo primario è ricomporre il puzzle di competenze – Autorità di Bacino, Ardis, Soprintendenza, Capitaneria di porto, polizia fluviale… – creando una cabina di regia unica incardinata direttamente nel Gabinetto del sindaco: «Il nostro rapporto con le istituzioni non vuole essere antagonistico – dicono da Agenda Tevere – ma di sollecito e supporto: chiediamo loro di fare lo stesso percorso che abbiamo fatto noi come mondo associativo, sfondare il muro di gomma della frammentazione perché, solo così, si arriverà finalmente ad avere il parco del Tevere».

Queste le associazioni coinvolte nel progetto: Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP) Lazi0,Amuse – Amici Municipio II, Associazione Due ruote d’Italia onlus (ADRI),Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Una Finestra Laica sul Territorio, Italia Nostra, Amici del Laboratorio per la Governance dei beni comuni italiani, Legambiente Lazio Onlus, Marevivo, Retake Roma, Tevereterno, Zappata Romana.

Fonte: Corriere della Sera

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