Lou Bellucci è morto. Sembra incredibile e invece è vero. Se ne va un pezzo della storia della house italiana e soprattutto dello storico e intramontabile Diabolika. La crew romana che faceva il giro del mondo a cavallo tra gli anni ’90 e i primi 2000.
C’erano Emanuele Inglese (lui ha dato la notizia), Henry Pass, Paolo Bolognesi, e c’era la voce più famosa: Lou Bellucci.
“Le mani, le mani, le mani”. Oppure “Questa è la festa d’Italia”. O ancora “Adoro, adoro, adoro, adoro”. Delle parole e una voce indimenticabili, che echeggeranno sempre per chi ha vissuto in prima persona quegli anni splendidi in cui il Diabolika di Roma era il centro della musica elettronica italiana. Le serate a Ciampino erano un’unione di follia, divertimento, trasgressione ed epica. Un’atmosfera che avevamo provato a raccontare nel nostro articolo:
“Quando andavamo al Diabolika”.
Adesso la morte di Lou Bellucci, ancora per cause e modi sconosciuti, sancisce in modo brusco il risveglio e la crescita di tutti quei ragazzi diventati uomini che spesso si sentivano ancora adolescenti. Nelle prossime ore sapremo i dettagli di questa orrenda morte, per ora sappiamo solo che un pezzo della nostra adolescenza se n’è andato.