Di Renato Rohbacher – I giovani d’oggi bestemmiano, questo è un dato di fatto. Bestemmiano molto più dei loro avi, e degli avi dei loro avi. A Roma ormai il fenomeno è vastissimo, per i ragazzi della capitale le interiezioni sono diventate addirittura intercalari. Che la bestemmia sia perseguita dalla legge pare non fregare a nessuno. Lo fanno comunque, sempre di più, forse perchè Dio ha perso un po’ di appeal, forse perchè c’è più ignoranza e meno rispetto di prima, forse perchè in un mondo in cui si vuole sempre stupier le parolacce normali non vanno più di moda. Ma da dove nasce questa moda? Sicuramente i calciatori sono alcuni degli esempi negativi che seguono i giovani, grandi bestemmiatori anche ad altissimi livelli. Ma c’è di più, c’è una vera e propria sottocultura della bestemmia, una sottocultura che gira su internet e che, negli ultimi vent’anni, ha tirato fuori veri e propri idoli della bestemmia. Miti da cui i ragazzi hanno attinto, cercando di imitare il loro stile e tramandando le loro gesta.
“Pronto chi è?”, “So’r Magnotta”. Come non cominciare dal bidello più amato da i ragazzi di tutta italia, Mario Magnotta. Se hai dai 18 ai 40 anni conosci benissimo la storia di questo grande bestemmiatore d’altri tempi. Tutto nasce da uno scherzo che degli alunni di una scuola dell’Aquila fanno al loro bidello, appunto Magnotta. Il povero collaboratore scolastico, scelto per il suo carattere fumantino, viene chiamato da un finto rivenditore di lavatrice che esige 480 mila lire per un acquisto di molti anni prima. Prima Super Mario è calmo, poi dopo quattro chiamate inizia a sbroccare tirando fuori il meglio della sua anticlericalità, e aggiungendo anche uno storico “mi iscrivo ai terroristi!”, citato anche in una canzone di Cristicchi. Da qui il passaparola, prima solo su cassette poi con l’arrivo di internet arriva il grande successo. Magnotta diventa una star (c’è addirittura una pagina wikipedia in inglese su di lui), il suo scherzo lo sentono più di 300 mila persone e quello che prima era un bidello giunge in televisione, si organizzano serate in suo onore, e addirittura viene invitato al concerto di Venditti all’Aquila. Il periodo d’oro è il 2003, quando Magnotta viene invitato alla storica discoteca Alien di Roma per presenziare a una serata, risultato: pienone. 6 anni dopo se ne andò per un embolia polmonare, 10 mila persone da tutta Italia parteciparono al funerale. Lasciò al mondo delle bestemmie una testimonianza unica, anche per la parlata “burina” abruzzese. Magnotta è stato un fenomeno nazionale, tanto che il sindaco de L’Aquila voleva addirittura intitolargli una via.
L’anno dopo, il 2004, è l’anno di Germano Mosconi, lo storico conduttore del tg di Telenovo. Ignoti quell’anno pubblicarono registrazioni di fuorionda in cui Mosconi inveiva contro i collaboratori con bestemmie altisonanti in dialetto veneto strettissimo. Il classico “Dioc**” per intenderci. Il successo che ebbe Germano, fino a quel momento conosciuto da un pubblico strettamente regionale, fu enorme. Diversamente dal Magnotta però Mosconi si rifiutò di scendere a patti con la sua fama da bestemmiatore e, non solo denunciò gli ignoti che avevano messo in rete il video, ma rifiutò di partecipare a spettacoli e programmi. Morì nel pieno della fama che non voleva, nel marzo del 2012.
L’ultimo fenomeno nel mondo delle bestemmie è il mito del “Porcad***” che adesso tutti i romani idolatrano (la sua pagina Facebook ha oltre 5000 followers). Il soggetto è stato beccato fuori dal Brancaleone a bestemmiare contro i buttafuori, rei di non farlo più rientrare. Lo spiccato accento romano e l’evidente stato di ubriachezza molesta lo rendono un esempio unico di bestemmia naturale e spontanea, immortalata “on the road” con uno smartphone. Insieme al “Ho pagato e non mi fanno entrare”, il suo “Porcad***” ha contagiato bestemmiatori di tutta Roma, così tanto da creare remix musicali o addirittura remake di film, e così tanto che ormai le bestemmie a Roma vanno di moda con la A al posto della classica O.
L’iter dei miti delle bestemmie per ora si ferma qui, un viaggio lungo vent’anni che ha dimostrato anche come i tempi siano cambiati, tramite lo stile dei protagonisti e i mezzi con cui sono diventati famosi. Dal Magnotta incazzato al telefono fisso, a Mosconi in televisione, infine il “porcad***” immortalato con l’Iphone. Un segno dei cambiamenti dei tempi, sia per quanto riguarda la tecnologia, che lo stile. Questi sono i tre mostri profani e se ci siamo dimenticati qualcuno, per favore, non bestemmiate.